Cosa possono avere in comune un villino indipendente dei primi anni Sessanta sito nella verde e tranquilla Val Germanasca e un moderno appartamento ubicato nel nevralgico centro di Torino? L’apparentemente retorica risposta “nulla!” non rappresenta però il pensiero dell’architetto pinerolese Simona Tessore la cui impronta è stata recentemente impressa su questi due immobili così geograficamente lontani e così morfologicamente diversi tra loro. “Entrambi raccontano un modo comune di pensare allo spazio abitativo e ai numerosi elementi che possono concorrere alla realizzazione di un progetto: l’importanza della distribuzione degli ambienti, il valore della luce naturale e delle possibili viste, il ruolo dei materiali e dei colori, il senso delle geometrie dei volumi”, spiega l’architetto. La mano di Simona Tessore ha consentito al villino della Val Germanasca di migliorare la distribuzione e la fruizione degli spazi, di trarre grande beneficio dall’eccellente esposizione alla luce e di valorizzare la posizione che l’edificio occupa nel contesto in cui è ubicato. L’introduzione di nuove, ampie vetrate che si affacciano sul giardino a cui accedere direttamente, insieme al maggior equilibro tra i ridisegnati elementi della facciata, rinnovano infatti nei prospetti l’intera costruzione caratterizzata ora da nuove geometrie. La ridefinizione del rapporto tra i “pieni” e i “vuoti”, inoltre, insieme all’introduzione di elementi lignei e alla riorganizzazione degli spazi esterni soddisfano il connubio di esigenze formali e funzionali.
All’interno della casa è stata completamente rivista la distribuzione degli ambienti al piano terra, teatro della zona giorno. La cucina, originariamente esposta a nord, è stata collocata verso sud affinché potesse godere dell’affaccio sul giardino e dell’incantevole vista sulla valle, modifica che permette di ottenere lo spazio per un piccolo studio e per un nuovo ingresso in sostituzione di quello originario trasformato ora in una luminosa zona pranzo. Il soggiorno, in cui è stato collocato un camino dalle linee assai severe, si compone ora di diversi spazi aperti, finalmente liberati da divisioni ormai superflue. Il rovere posato “corre” sui pavimenti di tutti gli ambienti, anche nel piccolo bagno del piano terra, minimale eppure giocoso, grazie
agli accostamenti cromatici del rivestimento Appiani che ne definiscono le pareti. La scala, mantenuta nella sua posizione originaria, è stata completamente rinnovata affinché, attraverso l’utilizzo del legno e di un nuovo disegno del parapetto, facesse dialogare le due zone. Al piano primo, alle tre camere, delle quali una padronale con bagno dedicato, si è deciso di aggiungere, in luogo di un’ulteriore piccola camera, un secondo bagno. Qui l’ampia doccia di Disenia abbinata al soffione Fantini Serie Milano e il lavabo appoggiato su un arredo realizzato su misura, sono collocati in due nicchie adiacenti.
Nella città della Mole Antonelliana, invece, il tocco dell’architetto Tessore ha fatto sì che un appartamento collocato all’ultimo piano di un edificio del centro di Torino riveli ora tutto il suo taglio contemporaneo, rigoroso e per certi versi “maschile”, senza dover rinunciare al calore e alla sua anima accogliente: è un’identità ben precisa che si ritrova in ognuno dei suoi ambienti. L’ampio respiro della zona giorno è scandito dagli elementi di arredo e dalla successione degli spazi che conduce alla cucina aperta sulla zona pranzo, aree tuttavia separabili grazie ad un sistema di ante scorrevoli. Qui il filo conduttore sono i particolari come il calore dei pavimenti in legno (anche nei bagni), il colore uniforme declinato in due tonalità per enfatizzare i volumi degli ambienti in cui piacevoli accenti di colore contrastano vivacemente la sobrietà che caratterizza l’abitazione, la linearità di porte a “filo muro” a tutta altezza e il carattere di porte scorrevoli che disegnano lo spazio.
Nel bagno padronale, quasi una prosecuzione della camera, il rivestimento Pico di Mutina posato su tre pareti caratterizza fortemente l’ambiente, conferendo un rigore insolito e una matericità delicata. Qui giochi cromatici opposti definiscono gli spazi: la zona lavabo e sanitari e la zona doccia. Il bagno degli ospiti, invece, racchiuso in un piccolo scrigno blu pavone e grigio, ospita un catino poggiato su un mobile sottolavabo disegnato su misura. Due ambienti così diversi tra loro che, secondo l’architetto Tessore “sintetizzano entrambi il senso dell’abitare espresso attraverso la definizione dei molteplici spazi in cui risiedono le diverse funzioni senza tuttavia chiudere o limitare le prospettive, all’insegna di una costante ricerca della continuità e dell’armonia”.